Gli arrotini della Val Resia utilizzavano anche un sistema a spinta per il trasporto delle macchine per arrotare.
Per queste si può notare, in generale, un leggero aumento delle dimensioni dell’intera struttura e l’aggiunta di due ruote di legno del diametro di circa 100 cm e di manici di legno che servivano ad alzare e spostare l’attrezzo.
Il telaio circolare delle ruote era rinforzato da un cerchione di ferro che evitava l’usura del legno.
Un diverso sistema di trasporto ed i segreti del mestiere
In entrambe le versioni di queste attrezzature il piano superiore, che iniziava sotto la mola abrasiva, era inclinato in avanti per far defluire l’acqua che bagnava la stessa.
Anche queste macchine, che venivano azionate con lo stesso sistema di trasmissione di quelle descritte in precedenza, avevano un piano di lavoro costituito da una tavoletta larga quanto la macchina e sporgente sul davanti.
Questa tavoletta dove veniva posizionata anche una piccola incudine, che era utilizzata per ribattere il fulcro delle forbici, aveva ritagliato un vuoto che ospitava parte della mola abrasiva e offriva appoggio alle mani dell’operatore. Quello dell’arrotino era il lavoro prevalente tra gli uomini ed i ragazzi che, già all’età di 10 – 12 anni, emigravano con il padre. Gli oggetti da arrotare venivano chiesti casa per casa. Ogni arrotino si creava un itinerario e la sua clientela lo attendeva ad ogni suo passaggio.
Per la raccolta, ad esempio, delle forbici utilizzava un anello, in ferro, entro il quale le stesse venivano infilate in ordine. Nell’anello, l’arrotino teneva sempre una forbice che serviva da segnale per il posizionamento di tutte le altre. Non doveva in nessun caso sbagliare per non compromettere l’ordine della restituzione. Il metodo utilizzato per non confondere le forbici era quello di incominciare ad arrotare quelle raccolte per ultime poi, via via, tutte le altre.
Dopo aver arrotato e affilato la lama dei coltelli con la cote (pietra utilizzata per affilare), e gli altri ferri da taglio procedeva alla sua restituzione chiedendo il dovuto.